Siddi, CRTV: politica industriale per lo sviluppo del broadcasting televisivo

Dopo la costituzione del Tavolo per la radiofonia, il Ministero delle Imprese e del made in Italy – Mimit ha dato l’avvio ai lavori del Tavolo permanente delle comunicazioni elettroniche per il settore televisivo.

Martedì 7 febbraio si è tenuta la seduta di insediamento, in presenza, presieduta dal sottosegretario Fausta Bergamotto e coordinata dal Capo di gabinetto, Federico Eichberg. Per il Mimit presenti anche i Direttori Generali Francesco Soro ed Eva Spina.
Numerosa la partecipazione degli stakeholders del settore televisivo con la presenza dei rappresentanti delle associazioni di categoria, delle imprese radiotelevisive e degli operatori di rete. Presenti, inoltre, Laura Aria e Giorgio Greppi, in rappresentanza dell’Agcom.

Per Confindustria Radio Televisioni sono intervenuti il Presidente Franco Siddi e il presidente dell’Associazione Tv locali, Maurizio Giunco.
Il Presidente Franco Siddi ha ringraziato il Ministero per l’apertura del dialogo con tutti gli stakehoder di “un’industria che è tale per quanto riguarda lavoro, tecnologia, sviluppo, ma che presenta anche le specificità del settore culturale”. Siddi ha ricordato perimetro e missione dell’Associazione:

 “CRTV rappresenta del mondo delle imprese radiotelevisive italiane, nazionali e locali, pubblica e private, ed è oggi particolarmente impegnata a sostenere un ordinato e proficuo sviluppo di un sistema, che nella sua articolazione duale (pubblico privato) è chiamato a preservare una qualità identitaria ed europea e ad assicurare adeguamenti e innovazioni in termini tecnologici e industriali. Si tratta di un settore vitale per il pluralismo dell’informazione, l’offerta gratuita dei contenuti, e la capillarità del servizio. Un servizio – ha aggiunto – che per la Rai può contare essenzialmente su canone e una quota di pubblicità, per le aziende private, invece, la sostenibilità economica ha come fonte unica di ricavo la pubblicità, in assenza totale di misure di sostegno. Il settore radiotelevisivo continua a fornire un servizio gratuito ed universale, ma non brilla di luce propria, soprattutto in uno scenario tecnologico e di mercato allargato dove l’affermazione delle piattaforme online multinazionali e dei new media, non regolati, rende indifferibile l’obiettivo di garantire eque condizioni competitive anche sul piano regolatorioC’è quindi necessità di considerare quello dell’emittenza un sistema industriale compiuto, cui debbono essere riconosciute politiche adeguate di sostegno alla competitività, alla qualità, all’innovazione come per altri settori, avendo riguardo che si tratta di una realtà che produce effetti moltiplicatori per le attività economiche del Paese e per la sua crescita civile”.

Il presidente si è poi espresso in tema di prominence, “un telecomando senza tasti costituisce un abuso di posizione dominante  ai danni della tv tradizionale, accessibile gratuitamente a tutti. Laddove dovesse prevalere l’opzione senza telecomando non dovrebbero esserci applicazioni predefinite per l’accesso ai contenuti sui televisori”. Su par condicio e minori, Siddi ha sottolineato che non è più credibile una regolazione solo per la tv terrestre, e che essa va totalmente ripensata in un’ottica di mercato allargato alla Rete. Sulla legge 146 (contributi all’emittenza locale di qualità), ha detto che è un modello paradigmatico, replicabile anche in altri segmenti, ovviamente con ulteriori, adeguate e specifiche dotazioni finanziare.

La televisione ha bisogno di una politica industriale che guardi allo sviluppo di un settore che è moltiplicatore di valore diretto e indiretto  con strumenti quali il tax credit per programmi di attualità/intrattenimento,  e fondi per l’innovazione da riconfermare e irrobustire. Per tale politica auspico che la discussione all’interno del tavolo si sviluppi lungo tre direttrici – normativa, regolamentare e di struttura –  in collegamento con editoria, welfare e lavoro”.

 

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